Le origini

I Carmelitani nascono in Terra Santa verso la fine del XII secolo, da un gruppo pellegrini e crociati che si ritirano sulla montagna del Carmelo. Adottano uno stile di vita eremitico. Nei secoli successivi l’Ordine patirà un graduale declino. Nel XVI secolo santa Teresa, coadiuvata da san Giovanni della Croce, avvierà la nota “Riforma teresiana”, prima delle monache e poi dei frati, dando origine all’Ordine dei Carmelitani Scalzi.

Stemma dell’Ordine della Beatissima Vergine Maria del Monte Carmelo

Ti seguiremo ovunque ci condurrai, Vergine Maria!

L’Ordine del Carmelo non si rifà
a un fondatore ben distinto,
quanto piuttosto un gruppo di iniziatori,
i cui nomi non ci sono pervenuti.
Tra la seconda crociata (1147-49) e la
terza (1189-92), alcuni devoti pellegrini
di Dio, forse ex crociati, provenienti
dall’Europa, si stabiliscono
sul Monte Carmelo, in Terra Santa,
per vivere nell’imitazione di Cristo,
sullo stile del profeta Elia
e il modello della Vergine Maria.

Questi eremiti costruirono in mezzo alle loro celle un piccolo oratorio in onore di Nostra Signora; per la scelta del titolo furono chiamati Frati (fratelli) della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Tra il 1206 e il 1214, dietro loro richiesta, il Patriarca di Gerusalemme, sant’Alberto, diede loro una norma di vita: La Regola

Vestigia della prima Chiesetta edificata dagli eremiti carmelitani
Antica raffigurazione della baia di Haifa e del promontorio del Monte Carmelo

Dopo pochi decenni, però, furono costretti a trasferirsi in Occidente a motivo dell’espansione islamica. Con la caduta del regno latino di Gerusalemme (1291) sfumò definitivamente la speranza di un ritorno nella terra d’origine. L’Ordine, sorto come eremitico, si avviò inevitabilmente verso la trasformazione in Ordine mendicante.

Il Monte Carmelo e il suo Santuario
«Ecco, una nuvoletta, come una mano d’uomo, sale dal mare». 1Re 18, 44
Mistici ed esegeti, agli albori del cristianesimo, interpretarono quella “nuvoletta” come l’immagine profetica della Madonna che, con la l’incarnazione e nascita di Gesù avrebbe dato vita e fecondità al mondo.

Il Carmelo è una catena di colline che segna il confine tra la Galilea e la Samaria. (In ebraico karmel significa frutteto, giardino). A partire dal secolo IX a.C. divenne celebre come luogo di culto della religione monoteistica giudaica. Su una delle sue cime pianeggianti avrà luogo il celebre sacrificio di Elia consumato dal fuoco divino. Il Dio degli israeliti vi ebbe un culto permanente. Al sorgere del cristianesimo il Carmelo divenne luogo preferito da monaci ed eremiti.



All’Ordine, fondato in onore della Vergine, appartengono religiosi che si riconoscono particolarmente consacrati alla Madre di Dio. Questi primi eremiti, tenuti per Regola a meditare giorno e notte la Legge del Signore (Sacra Scrittura), se nelle pagine dell’Antico Testamento scoprirono l’esemplarità di Elia, in quelle del Nuovo, riscontrarono in Maria un insigne modello di vita consacrata. Essi vedendo in Maria la loro Domina (Signora) e professandosi suoi fedeli servitori, cominciarono a vivere di fatto quella consacrazione che è il nocciolo della pietà mariana dell’Ordine.

Elia… entrò in una caverna per passarvi la notte… Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti”.

1 Re 19, 11-14

“Per la vita del Signore…alla cui presenza io sto”

1Re 17,1; 18,15


“A lui fu rivolta questa parola del Signore: «Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo”.

1Re 17, 3-4

Il profeta Elia è per noi un modello nella ricerca appassionata dell’incontro con Dio (cfr 1 Re 19,14) e della lotta per la comunione con LUI; ardente testimone e confessore di Dio si è mostrato senza timore e ha reso testimonianza dell’esistenza del Dio vivente (cfr 1 Re 18,30s). “Dio vive e io sto davanti al suo Volto!” (cfr 1 Re 17,1). Tale è l’esperienza di questo amante di Dio che può dire di essere «appassionatamente geloso del suo Dio» (cfr 1 Re 19,10).
Vivere secondo l’esempio del profeta Elia ha un duplice obiettivo:
• “offrire a Dio un cuore puro e santo attraverso la pratica delle virtù e lasciandoci guidare in ogni cosa dall’amore.
• in questa vita mortale pervenire a sperimentare la potenza della Presenza divina e gustare la gioia della gloria celeste nei nostri cuori”.
Lo stare davanti al volto di Dio e vivere costantemente alla sua presenza è il centro della spiritualità carmelitana.

La Madonna santissima vi conforti nella vostra vocazione carmelitana; Ella vi conservi il gusto delle cose spirituali; Ella vi ottenga i carismi della sante e ardue ascensioni verso la conoscenza del mondo divino e verso le ineffabili esperienze delle sue notti oscure e delle sue luminose giornate, Ella vi dia l’anelito alla santità e alla testimonianza escatologica del regno dei cieli: ella vi renda esemplari e fraterni nella Chiesa di Dio; Ella infine vi introduca un giorno a quel possesso di Cristo e della sua gloria a cui tutta la vostra vita vuol essere fin d’ora consacrata.

Paolo VI

Le varie generazioni del Carmelo, dalle origini fino a oggi, nel loro itinerario verso la «santa montagna, Gesù Cri­sto nostro Signore», hanno cercato di plasmare la propria vita sugli esempi di Maria. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima mossa da tenero affetto verso la Vergine e Madre san­tissima, fiorisce la contemplazione di Lei …

Per i membri della Famiglia carmelitana Maria, la Vergine Madre di Dio e degli uomini, non è solo un modello da imi­tare, ma anche una dolce presenza di Madre e Sorella in cui confidare. Giustamente santa Teresa di Gesù esortava: «Imi­tate Maria e considerate quale debba essere la grandezza di questa Signora e il beneficio di averla per Patrona» (3M 1,3).

San Giovanni Paolo II

Nel XV secolo furono ammessi all’Ordine, ormai diffuso in Europa, anche gruppi di donne attratte dalla vita di preghiera dei frati carmelitani e vicine a queste comunità.

Nel XVI secolo la Chiesa era in subbuglio. Nel contesto dei disordini protestanti e del Concilio di Trento, due figure importanti segnarono la vita del Carmelo in Spagna:
Teresa d’Avila (1515-1582)
Giovanni della Croce (1542-1591)
Rinnovarono nell’Ordine il senso della preghiera e della povertà attraverso l’umiltà di una vita nascosta. Dopo la fondazione del primo monastero della riforma,
San Giuseppe ad Avila nel 1562, nell’arco di 20 anni Santa Teresa fondò altre 15 nuove comunità femminili.

Il monastero San Giuseppe di Avila
Le mura di Avila

Ora avvenne che un giorno, trovandomi in compagnia di più persone, una di esse uscisse a dire che qualora avessimo voluto vivere alla maniera delle Scalze, si sarebbe potuto fondare un monastero. La cosa rispondeva perfettamente ai miei desideri,… – Or ecco che un giorno, dopo la comunione, il Signore mi ordinò decisamente di far di tutto per attuare quel disegno, assicurandomi che il monastero si sarebbe fondato e che Egli vi avrebbe trovato le sue delizie. Dovevo dedicarlo a S. Giuseppe, il quale avrebbe vegliato una porta, nostra Signora l’altra, mentre Egli sarebbe stato con noi: così il monastero avrebbe brillato come una stella di vivissimo splendore.

Vita 32, 10…11

Cella
Parlatorio
Chiostro

Alcuni scorci di come dovevano presentarsi
i primi Carmeli della Riforma teresiana

Noi, che portiamo questo sacro abito del Carmelo, siamo tutte chiamate all’orazione e alla contempla¬zione, perché in ciò è la nostra origine: veniamo dalla stirpe di quei nostri santi Pa-dri del monte Carmelo che in così grande solitudine e con tanto disprezzo del mondo cercavano questo tesoro, que¬sta perla preziosa della contemplazione…Cerchiamo di avere la benedetta presunzione di essere, con la grazia di Dio, simili ad essi. La battaglia durerà poco e la meta è eterna.

Castello interiore, 5M 1,2 – Fondazioni 29,33

Le prime 17 fondazioni della Riforma Teresiana

1562: Avila, San Giuseppe
1567: Medina del Campo
1568: Malagon
1568: Valladolid
1569: Toledo
1569: Pastrana
1570: Salamanca
1571: Alba de Tormès
1574: Segovia
1575: Beas de Segura
1575: Siviglia
1576: Caravaca
1580: Villa nuova
1580: Palencia
1581: Soria
1582:Burgos
1582 Granad

Dunque quando iniziarono a popolarsi questi piccoli colombai della Vergine Nostra Signora, la divina Maestà cominciò a mostrare le sue grandezze in queste donnicciole deboli, anche se forti nei desideri e nel distacco da ogni cosa creata, il che deve essere ciò che maggiormente unisce l’anima al suo Creatore.

Fondazioni 4, 5