L’umanità sacratissima di Cristo e il culto a Gesù bambino

La dottrina e l’esperienza spirituale di santa Teresa sottolineano in modo eminente l’importanza di aver sempre presente Gesù, vero Dio e vero uomo, nella vita di orazione. È nell’intimità diuturna con Cristo, fratello, amico e sposo che l’anima progredisce nel cammino di perfezione.

Il mistero dell’Incarnazione è sempre stato vivamente presente nella spiritualità del Carmelo.

L’Umanità Santa del Signore Gesù è motivo rilevante nell’esperienza interiore e nella dottrina tanto di S. Teresa di Gesù quanto di San Giovanni della Croce, come pure di tutti i Santi carmelitani.

Un posto speciale è poi occupato dal mistero della nascita e dell’infanzia di Cristo, con un particolare culto a Gesù Bambino. E’ nota, poi, al Carmelo la devozione all’effige del Santo Bambino di Praga (la cui storia è legata a quella dei Padri)

Santo Bambino Gesù di Praga


“Sono sempre stata molto devota di Cristo. Tornavo sempre al mio costume di ricrearmi con questo dolce Signore, specialmente dopo la comunione. Non potendo averlo così scolpito nell’anima come desideravo, volevo aver sempre innanzi il suo ritratto e la sua immagine. Nessuno vieta di far compagnia a Gesù risorto, giacché l’abbiamo così vicino nel SS. Sacramento, in cui si trova glorificato rifulgente di gloria e privo di dolori, stimolante gli uni, animante gli altri, e nostro compagno nel SS. Sacramento, per il quale ci permette di pensare che, in procinto di salire al cielo, non si sia sentito di allontanarsi da noi neppure di poco. Tutto si può sopportare con un amico così buono, con un così valoroso capitano che per primo entrò nei patimenti. Egli aiuta e incoraggia, non viene mai meno, è un amico fedele. Per me, specialmente dopo quell’inganno, ho sempre riconosciuto e tuttora riconosco che non possiamo piacere a Dio, né Dio accorda le sue grazie se non per il tramite dell’Umanità sacratissima di Cristo, nel quale ha detto di compiacersi. Ne ho fatta molte volte l’esperienza, e me l’ha detto Lui stesso, per cui posso dire di aver veduto che per essere a parte dei segreti di Dio, bisogna passare per questa porta…”

Dopo conosciuta questa verità, ho considerato attentamente la vita di alcuni santi molto contemplativi, e ho visto che non seguivano altra strada. Ce ne dà prova S. Francesco con le stimmate e S. Antonio con il Bambino. S. Bernardo trovava le sue delizie nell’Umanità di Cristo, così S. Caterina da Siena, e molti altri che lei conosce meglio di me.

(Santa Teresa Vita 22, 4.6.7)


La gran pena a cui vado soggetta più o meno fortemente per la lontananza di Dio. Ma in quei giorni la pena era così viva che mi pareva di non poterla più oltre sopportare. Dopo aver molto sofferto, mi accorsi che si era fatto tardi per la cena. Del resto, non ne avevo neppur voglia. Per i miei vomiti mi è di grande incomodo non poter cenare un po’ prima. Tuttavia, facendomi molta forza, mi posi il pane davanti per incoraggiarmi a mangiarlo. Immediatamente mi si presentò il Signore, il quale, spezzato il pane – così almeno mi parve – me lo pose in bocca dicendomi: “Mangia, figliuola, e rassegnati meglio che puoi! Mi dispiace vederti soffrire, ma per ora ti conviene così”.

R 26

Chi è veramente innamorato, si distacca subito da tutto il resto per guadagnare ancora di più quello che ama…chi dunque è innamorato di Dio non pretende né guadagno né premio, ma desidera solo perdere se stesso e ogni cosa per amore di Lui… chi non sa perdere se stesso, non si guadagna.

(Cantico Spirituale B San Giovani della Croce)